Showcase: Deda
Born and raised in Greece, her true name is Evangelia Tsialta. She always had the art as a form of expression in her life. First drawing, then painting, now photographing, she enjoys life and is nothing more than a dreamer.
Interviewed by Nassia Katroutsou Edited and translated by Chiara CostantinoHi Deda! Tell us a few things about you. Who is the person behind the camera?
I call myself an optimist. I’m a little stubborn and reactive as a person, not always a good sign. I think my creativity comes from simple things, like reading or hearing. Or from a strange person, a short phrase, a song.
When and how did you realise you can see through photography? What does photography mean to you?
I realised it almost a year ago, thanks to a good friend, who helped me a lot with this. I always liked photography but I had never tried for something more. I just woke up one morning, and decided to change my route. After some artless months, I felt I truly needed something to express myself. Soon enough it became my way of living, the reason I can’t sleep at nights.
If you were to describe your work with 3 words, what would they be and why?
I cannot really describe my work… I think every piece of mine is a little impulsive or spontaneous if you like, because there is almost never a clear concept behind them. I can also say that my work is simple in a way. Nothing complex. Just simple face expressions and body poses to create a feeling. ”Alive” is the last word I could use to describe my work, because each time I look at my pictures, I can still feel the same thing.
You have a stream of significally creative and expressive portraits. What sort of influence has lead you to portraiture?
My personal belief is that face and body language are the strongest among all other. A mute expression and a form of a silent communication, I would say.
I was personally impressed with the “Queen Bee” portrait and I fell for the “kiss me or bite me”. Tell us a bit about your inspiration to these photographs.
“Queen Bee” is based on chaos theory. It is believed that when bees vanish, life on earth will end too. I tried to make a simple metaphor, revisioning the butterfly effect ( in chaos theory a small change in one place can lead to large changes later, Ed.). “Kiss me or bite me” is about self destruction and our two sides. When a kiss of ourselves becomes dangerous. A reaction of our other half. It could be a kiss. It could be a bite.
They say, we are witnessing the fourth wave of feminism. Your portraits are feminine, powerful and elegant at the same time. What is your opinion on female artists?
Their strength is obvious. It’s impressive to see it translated into a battlefield of works ready to speak, not afraid to show naked thoughts, elegant figures, or even ugliness.
What are your aspirations in photography?
I must admit, I hope. For the best. I want to evolve my skills and my aesthetic view in my own way. If something good comes as a result, it will be welcome. For the time, I enjoy every frame.
If you were to give one advice to young artists, what would that be?
Don’t follow the rules.
If you had the chance to portrait one person, actor/actress, artist, scientist, politician, persona, or whoever, who would that be? What would you try to evoke out of them?
Kurt Cobain. The passion for destruction can become a creative passion.
If you were not a photographer, in which other way would you express your artist within?
As I said, photography came recently into my life. Before that I used to paint and draw, since I can remember. Although photography and painting differ in many ways, they both have in common the depiction of passion, fears, pain, joy, memories, dreams, beauty and life. I cannot live without one of those two. So, the answer to your question is painting. I don’t know if I can call myself a true photographer yet, but I do believe in my passion for art.
(Images © Deda)
More about Deda’s work here
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Nassia Kapa, aka Nassia Katroutsou, is an independent self-taught Greek photographer based in London, UK. Restless in mind and passionate in heart, she only realised her genuine obsession with photography, when her need for self-awareness and repositioning in life was of vital importance. She has participated in local exhibitions in Athens, Greece and her work has been hosted among Greek and international photography related web pages and magazines. Nassia Kapa is an escape exit for Nassia Katroutsou, and her main target is to experience life to it utmost limits, using photography as a vehicle.
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***Traduzione Italiana***
Nata e cresciuta in Grecia, il suo vero nome è Evangelia Tsialta. L’arte è sempre stata la forma espressiva della sua vita. All’inizio il disegno, poi la pittura, ora la fotografia, ama la vita e non è nient’altro che una sognatrice.
Ciao Deda! Raccontaci qualcosa di te. Chi è la persona dietro la fotocamera?
Mi definisco un’ottimista. Sono un po’ testarda e impulsiva come persona, non sempre un buon segno. Penso che la mia creatività venga da cose semplici, come leggere o ascoltare. O da una persona sconosciuta, una breve frase, una canzone.
Quando e come hai capito che potevi vedere attraverso la fotografia? Cosa significa per te la fotografia?
L’ho capito circa un anno fa, grazie a una persona, mia buon’amica, che mi ha aiutato un sacco in questo senso. Mi è sempre piaciuta la fotografia, ma non avevo mai provato niente di più. Mi sono semplicemente svegliata una mattina e ho deciso di cambiare il mio destino. Dopo alcuni mesi senz’arte, sentivo un vero bisogno di qualcosa che mi permettesse di esprimermi. Molto presto è diventata il mio modo di vivere, la ragione per cui non dormo la notte.
Se dovessi descrivere il tuo lavoro in tre parole, quali sarebbero e perché?
Non riesco a descrivere bene il mio lavoro… penso che ogni parte di me sia un po’ impulsiva e spontanea, se vuoi, perché non c’è quasi mai un’idea chiara dietro di esse. Posso anche affermare che il mio lavoro in un certo senso sia semplice. Niente di complesso. Soltanto semplici espressioni del volto e pose del corpo, destinate a creare una sensazione. “Viva” è l’ultima parola che potrei usare per descrivere il mio lavoro, perché ogni volta che guardo le mie foto, riesco ancora a provare quella sensazione.
Hai realizzato una serie di ritratti davvero creativi ed espressivi. Cos’è che ti ha condotto alla ritrattistica?
Personalmente, ritengo che il linguaggio del viso e del corpo siano i più forti, in mezzo alle altre forme di comunicazione. Un’espressione muta e una sorta di comunicazione silenziosa, direi.
Sono rimasta molto colpita dal ritratto “Queen Bee” (ape regina, n.d.T.) e mi sono innamorata di “kiss me or bite me” (baciami o mordimi, n.d.T.). Parlaci dell’ispirazione che c’è dietro queste fotografie.
“Queen Bee” è basata sulla teoria del caos. Si pensa che quando le api scompariranno, anche la vita sulla Terra cesserà. Ho cercato di renderla attraverso una metafora semplice, rivisitando l’effetto farfalla (secondo la teoria del caos, un piccolo cambiamento in un posto può condurre a grandi cambiamenti in seguito, n.d.R.). “Kiss me or bite me” riguarda l’autodistruzione e i due lati di ognuno di noi. Quando un bacio di noi stessi diviene pericoloso. Una reazione dell’altra metà di noi. Potrebbe essere un bacio. Potrebbe essere un morso.
Dicono che stiamo assistendo alla quarta ondata del Femminismo. I tuoi ritratti sono femmili, potenti e eleganti allo stesso tempo. Qual è la tua opinione delle artiste donne?
La loro forza è evidente. E’ impressionante vederlo tradotto in un campo di battaglia di lavori pronti a parlare, senza alcuna paura di mostrare i pensieri nudi, le figure eleganti, persino la bruttezza.
Quali sono le tue aspirazioni in fotografia?
Devo ammetterlo, io spero. Per il meglio. Voglio sviluppare le mie capacità e la mia visione estetica in modo personale. Se ne viene fuori qualcosa di buono, sarà il benvenuto. Per ora, mi godo ogni inquadratura.
Se dovessi dare un consiglio ai giovani artisti, quale sarebbe?
Non seguite le regole.
Se avessi la possibilità di ritrarre una persona, attore o attrice, artista, scienziato/a, politico/a, o chiunque altro, chi sarebbe? Cosa proveresti a suggerire attraverso di loro?
Kurt Cobain. La passione per il distruttivo può divenire una passione creativa.
Se non fossi una fotografa, in quale altro modo esprimeresti l’artista che c’è dentro di te?
Come ho detto, la fotografia è entrata solo di recente nella mia vita. Prima disegnavo e dipingevo, dacché posso ricordare. Sebbene la fotografia e la pittura differiscano per molti aspetti, entrambe hanno in comune la raffigurazione della passione, delle paure, del dolore, della felicità, dei ricordi, dei sogni, della bellezza e della vita. Non posso vivere senza una delle due. Dunque, la risposta alla tua domanda è dipingere. Non so se posso definirmi già una vera fotografa, ma credo fermamente nella mia passione per l’arte.
Simply stunning. I love how her ideas are spontaneous and she goes by stream of consciousness. I love her elegant style as well. Thank you, I’m officially inspired for the rest of today.
Deda`s work is very inspiring indeed!