Photography: The Triffids Age by Tom Teodosijev

Tom Teodosijev was born in 1975 in Prague, Czech Republic. He took up photography when he was 15 years old. Five years after that came a fifteen-year long pause. In 2010 he rediscovered photography and began his studies at Photogenia Institute at Brno (CZ).
He does not prefer either digital or classic technique in his work. The technique is actually chosen according to the type of the project. As for the Triffids Age project, he worked exclusively with analog camera that allowed him to slow down the process. Exposed film material was then processed by a hybrid process.
The Triffids Age counts among works combining an eerie atmosphere with components of civilization – specifically the author is fascinated with the structures and surfaces of large billboards against the emptiness of night-time landscapes. With help of effects fully in power of the photographic medium, he transforms reality into a science fiction world: that, at the same time, is a dangerously common part of our everyday lives.

Text and photos by Tom Teodosijev
Edited and translated by Chiara Costantino

[traduzione in italiano in basso]

Triffids Age

„It’s ten p.m., shortly after rain. The ideal time to search for THEM. Take a map, hot tea, a telescope, and let’s not forget the other equipment – the one for taking pictures. And perhaps even a cellphone, if by any chance…
I get into the car and leave civilization quickly. Lately the big ones are to be found at the borders between the city and open landscape. Another long night is waiting for me.
They are everywhere around us. Hungry for our attention, they tower over the landscape like insatiable beacons, changing its character, slowly overpowering it. Sleeping statues by day, by dark they come to life and send their shining message. It’s been quite a few years since they came in our country.“

Triffids Age

I’ve started this project in late 2010 sort of upset. Again and again I’ve been coming across new places occupied by this new advertising medium. More and more bits and pieces were being ripped off of the landscape. I tried to ignore it. And I realized that I‘m ceasing to be immune to this rampant madness. One day I took a backpack and went out to take my first picture of some billboards. After a few weeks I cut most of the negatives to pieces and threw them away. Nothing is ever just black and white.  

Triffids Age

I’ve been calling them Triffids ever since. They are eloquent symbols of our modern civilization. Cursed because of their appearance and aesthetics  and at the same time necessary for the advertising that sells products of companies we work for and where we make our living. We became dependent on advertising. But is it good or bad? I would say both. And so, gradually, I started to seek for some kind of light-based beauty in these structures, justifying their existence. Yes, it was at that time they got their name inspired by the dangerous yet necessary protagonist of John Wyndham’s famous novel .

Triffids Age

Eventually I‘ve switched completely to night shooting when I  started working more with light pollution. This element is important in the collection and helps me express dimensions and perhaps even some aesthetics of these structures. Three years ago, I started touring new spots and I’ve been returning to the previous ones too. In a different time and different weather, so that I could capture my ideas and the thoughts anchored in my head as well as I could.

Triffids Age

For me, the project became a fully personal response to the uncontrolled construction of billboards in the open landscape of the Czech Republic .

Triffids Age

„And nights in our country are slowly turning into days. It won’t be long and I will travel from one town to another without meeting night at all.“

Triffids Age

Triffids Age

Triffids Age

Triffids Age

Triffids Age

Triffids Age

(Text and images © Tom Teodosijev)

***Traduzione Italiana***

Tom Teodosijev è nato nel 1975 a Praga (Repubblica Ceca). Ha iniziato a fare fotografia quando aveva quindici anni. Cinque anni più tardi è seguita una pausa lunga quindici. Nel 2010 ha scoperto nuovamente la fotografia e ha iniziato a studiare al Photogenia Institute di Brno (CZ). Non ha preferenze per la tecnica digitale o analogica. In verità, sceglie che tecnica usare in base al tipo di progetto. Nel caso del progetto Triffids Age, ha lavorato esclusivamente con la fotocamera analogica, che gli ha permesso di rallentare il procedimento. La pellicola impressionata è stata poi sviluppata con un processo ibrido.
Il Triffids Age si inserisce tra lavori che mettono insieme un’atmosfera straniante con elementi della civiltà: in particolare, l’autore è affascinato dalle strutture e dalle superfici degli ampi cartelloni pubblicitari che si stagliano nel vuoto dei paesaggi notturni. Con l’aiuto di effetti tipici del mezzo fotografico, trasfrma la realtà in un mondo di fantascienza: che, allo stesso tempo, è una parte pericolosamente comune della nostra vita di tutti i giorni.

„Sono le dieci di sera, da poco ha smesso di piovere. Il momento ideale per andare a CERCARLI. Prendere una mappa, the caldo, un telescopio, e non dimentichiamo il resto dell’equipaggiamento: quello per scattare fotografie. E forse anche un cellulare, se per caso…

Salgo in macchina e lascio in fretta la civiltà. Più tardi scoverò quelli più grandi ai confini tra la città e l’aperta campagna. Un’altra lunga notte mi sta aspettando.

Sono ovunque intorno a noi. Affamati della nostra attenzione, svettano sul paesaggio come insaziabili segnali di luce, plasmando il suo aspetto, prendendone lentamente il controllo. Statue addormentate di giorni, di notte prendono vita e inviano il loro messaggio luminoso. Ormai saranno alcuni anni da quando sono giunti nel nostro paese.“

Ho iniziato questo progetto sul finire del 2010 con una specie di turbamento. Di continuo mi trovavo a constatare che sempre più nuovi posti venivano occupati da questo mezzo pubblicitario. Sempre più spizzichi e bocconi venivano strappati via al paesaggio. Ho provato a non farci caso. E ho capito che non riesco più a essere immune a questa follia crescente. Un giorno, ho preso uno zaino e sono uscito per scattare la mia prima foto ad alcuni cartelloni. Dopo alcune settimane, ho fatto a pezzi la gran parte dei negativi e li ho gettati via. Niente è mai soltanto bianco e nero.

Li ho sempre chiamati trifidi da allora. Sono chiari simboli della nostra civiltà moderna. Maledetti per via del loro aspetto e forme e allo stesso tempo necessari per la pubblicità, che vende prodotti di compagnie per cui lavoriamo e dove ci guadagniamo da vivere. Siamo diventati dipendenti dalla pubblicità. Ma è un bene o un male? Direi entrambi. E così, a poco a poco, ho iniziato a cercare una sorta di bellezza basata sulla luce in queste strutture, giustificando la loro esistenza. Sì, è stato allora che hanno preso il nome ispirato dal pericoloso ma fondamentale protagonista del famoso romanzo di John Wyndham.

Alla fine, sono passato del tutto allo scatto in notturna quando ho iniziato a lavorare di più con l’inquinamento luminoso. Quest’elemento è importante nella serie e mi aiuta a esprimere i livelli e forse persino l’estetica di queste strutture. Tre anni fa, ho cominciato a girare per posti nuovi e sono anche tornato in quelli precedenti. In un momento diverso e con condizioni climatiche diverse, in modo da poter immortalare le mie idee e i pensieri fissati nella mia mente, meglio che potevo.

Secondo me, il progetto è diventato una piena reazione personale alla costruzione incontrollata di cartelloni pubblicitari sul territorio della Repubblica Ceca.

„E le notti nel nostro paese si stanno lentamente mutando in giorni. Tra non molto tempo io viaggerò da una città all’altra senza incontrare mai la notte, nemmeno una volta“

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