Reportage: Fake Places by Chiara Raffo
Chiara Raffo is an Italian/French photographer. She was born and grew up in Genoa, Italy. She took a BA in Civil Engineering, attending at the same time courses about photography. She completed her studies in photography with a one year MA in Photography and Visual Design at Forma, Foundation for Photography in Milan, Italy. Chiara assisted the photographer Jacopo Benassi, following him in editorial projects, like Talkinass Selfpublishing. She currently works as freelance for ASAblanca, an austrian agency for photographers and journalists, and also on her own personal projects.
[traduzione in italiano in basso]
Documentary photography attempts to produce objectively places, people and objects of a certain society through image chronicle. Fake Places is a documentary reproduction based on places which never existed. Everyone has watched a movie and hoped or thought those places were real. In this case, what you see is in fact what you would never want to see, because it is the proof that what you saw was some kind of sensory perception’s distortion, a hallucination, proved by a distorted view of “fake” objects’, unreal colors and a secret structure.
(Images © Chiara Raffo)
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***Traduzione Italiana***
Chiara Raffo è una fotografa italofrancese. E’ nata e cresciuta a Genova. Ha conseguito una laurea triennale in Ingegneria Civile, frequentando al contempo corsi di fotografia. Ha completato gli studi in fotografia con un master di un anno in Fotografia e Visual Design presso Forma, Fondazione per la Fotografia di Milano. Chiara è assistente del fotografo Jacopo Benassi, lo segue nei suoi progetti editoriali, come Talkinass Selfpublishing. Al momento lavora come freelance per ASAblanca, un’agenzia di fotografi e giornalisti austriaca e anche ai suoi progetti personali.
La fotografia documentaristica si propone di riprodurre oggettivamente luoghi, persone ed oggetti di una società attraverso una sorta di cronaca per immagini. Fake Places è sì una riproduzione documentaristica, ma di luoghi mai realmente esistiti. A tutti è capitato di vedere un film e di sperare, o quantomeno di pensare, che i luoghi raccontati fossero reali. Ma in questo caso ciò che si vede è in realtà quello che non si vorrebbe vedere perché è la dimostrazione che ciò che si è visto è stato una sorta di distorsione della percezione sensoriale, ovvero un’illusione, confermata dalla visione di oggetti “fasulli”, di colori inesistenti e di impalcature nascoste.