BOOK REVIEW: Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino

Le Quattro Casalinghe di Tokyo

(titolo originale Out) autore Natsuo Kirino

Recensione scritta da Sabina Loizzo


Un noir giapponese. Con tutto quello che consegue. Il primo incontro con l’autrice Natsuo Kirino non poteva andare meglio. Il suo libro è una storia in cui il genere del noir si lascia avvolgere dalle atmosfere del sol levante, creando un atmosfera grottesca in un paese che appare più lontano che mai a noi poveri lettori occidentali. Si parla di casalinghe ma in questo caso dimenticatevi le affascinanti donne tutte pettegolezzi e misteri che siamo solite vedere in tv. Queste quattro “casalinghe disperate” si affannano nel turno di notte, mal pagate e indifese, in uno stabilimento che prepara bisunte colazioni take away, pur di sfuggire alle loro squallide, solitarie, tristi vite. Le protagoniste eccellenti per un storia così sconvolgente, a tratti disumana, ma mai troppo staccata dalla realtà. Yayoi, Masako, Yoshie, Kuniko vivono la loro vita come automi, in un sistema in cui sono finite senza ben sapere come e dal quale solo un gesto insano può tirarle fuori. L’assassinio del marito da parte della dolce e timida Yayoi, maltratta e tradita da un uomo che non l’ama più, offre a tutte e quattro l’occasione per uscire dagli schemi e sperare in un cambiamento, qualsiasi esso sia. Masako, Yoshie e Kuniko decidono di aiutare l’amica non tanto per solidarietà, che in questo libro è quasi inesistente, quanto perché ne hanno bisogno anche loro. Il fatto che debbano occuparsi di un cadavere le preoccupa solo inizialmente e solo marginalmente, ma tutte alla fine accettano. Yoshie vive con una suocera inferma e una figlia viziata e quell’evento inaspettato può significare solo denaro e finalmente libertà da quel giogo che si è autoimposta. Kuniko, la più sciocca e approfittatrice delle tre, vede nella disgrazia l’illusione di una vita senza più miseria come aveva sempre sognato. Per Masako invece il problema di Yamachan l’aiuta a riscoprire dentro di sé una scintilla che credeva ormai persa, seppellita da una quotidianità fatta di solitudine e umiliazione. Ben presto, però, le quattro donne si rendono conto che ciò che appariva come una possibilità di riscatto e felicità, si ritorcerà contro per catapultarle in un incubo…

Un Giappone distopico è quello che traspare dal romanzo di Kirino, un paese dove il giovane Myamori, cresciuto in Brasile, non riesce a trovare le sue radici, dove un assassino può crearsi due vite parallele senza riconoscersi in nessuna, dove quattro donne possono sezionare un cadavere in un bagno domestico con la stessa precisione con cui preparerebbero del sashimi. Un paese alienante e una popolazione alienata che vede nel dolore e nella sofferenza il piacere, quella scossa di adrenalina che ormai, in una vita sempre più inscatolata e confezionata come le colazioni che le quattro casalinghe preparano ogni notte, nessuno percepisce più. La scrittrice in uno stile crudo, diretto, quasi splatter in alcuni punti, ci racconta una storia crudele, cupa che è anche una disarmante fotografia della società nipponica di oggi, un’accusa al suo estraniamento e alla sua tendenza autodistruttiva. Un romanzo bello come solo le cose pericolose sanno esserlo.

Descrizione:

Nel turno di notte di una fabbrica lavorano quattro amiche logorate dalla vita casalinga e coniugale. Il loro sistema nervoso è sottoposto a una continua tensione. La prima a cedere è la più giovane, la graziosa Yayoi, madre e moglie esemplare. Una notte, in un impeto di rabbia, strozza con una cintura il marito, tornato a casa ubriaco dopo aver dilapidato tutti i risparmi con una ragazza cinese abbordata in un bar. Yayoi chiede aiuto a Masako, l’amica più intelligente e coraggiosa, che a sua volta coinvolge Yoshie, una donna angariata da una figlia adolescente capricciosa e da una suocera invalida.

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