Showcase: Cristina Venedict

Cristina Venedict was born on July 19, 1981 in Botosani, Romania, she has a degree in psychology and has completed a high school art. Her works have been shown in solo and group exhibitions in Romania, Poland and London. Her works speak of a dream world, a world where everything is possible and “unusual” real life is simple banality.

Interviewed by Chiara Costantino

[Traduzione in italiano in basso] 

Hi Cristina! How did you come to photography?

I finished college and I felt that what I have studied there did not  adjust to myself. I like psychology but I prefer to apply it in my daily routine. I was asking myself who was I and what I wanted from my life. And that is how I discovered photography, specifically the procedure of photography manipulation which gave me the possibility to create the universe I wanted.

Are there photographers who influenced you?

I like the universe of Maggie Taylor, she is playful and creates beautiful worlds.

Two photosessions of yours are named “Wonderland” and “Mystic Place”. Do you want to escape reality?

Yes, through this kind of escape the child within myself is cheering up and I am ageing smiling.   

I noticed that you choose many children as protagonists in your works. Why?

The first time I brought myself a camera, I was looking for interesting models, but my first model, the one from „A little pear girl”, appeared spontaneously in a summer day spent in a park. I could not believe the existence of a child like that was possible nowadays. She was a little „Gavroche” [a character from the novel Les Misérables by Victor Hugo, editor’s note], if I may say so, which made the child inside me smile.

Who are your models? Do you pose them?

Many of my models appear sponataneously. Still, lately, I do have my very own model, who adores to pose, and I am talking of course of my son.  

I think I found out some architectural element which is typical of your country, for example the building in the picture “Miracle” (btw, is it a church? I visited an exhibition in Hungary about transylvanian churches some months ago). Which is your relationship with your homeland art?

Yes, it is a church, a very specific model called Lipovenian (Russian Orthodox Old Rite Church). You see, I live in an area populated by many lipovenian people. Actually, my husband is half lipovenian. I guess that specific church is a part of my neighbourhood.

Analogue or digital?

I work with a digital camera, a NIKON d 7000 and a NIKON D50, but I do appreciate a lot analogue photography…

Are you interested in other forms of art besides photography?

I like art in any aspect as long as it is transmitting a message.  

What is the role of art in society?

Art is our posibility to express our creative side. I believe that in everyone there is an artist which has to be discovered. Art is a challenge for society, that is why it arises so many controversies.  

How do you use colours and photomanipulation?

Technically I work with editing programs, especially photoshop, but here in there I use also the tablet for some particular pictural details.

 What are your goals as an artist?

I started creating images out of fun, I enjoyed to escape my daily routine into a world where things are not quite „normal”. I would like not to loose myself and to create forward a world where everything is possible.

More of Cristina Venedict’s works here

(Images © Cristina Venedict)

**Italian Translation**

by Chiara Costantino
 

Cristina Venedict è nata il 19 luglio 1981 a Botosani, in Romania, ha una laurea in psicologia e ha finito una scuola d’arte. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali o di gruppo in Romania, Polonia e a Londra. Le sue opere parlano di un mondo onirico, un mondo in cui tutto è possibile e la “insolita” vita reale è pura banalità.

Come sei arrivata alla fotografia?

Ho finito l’università e sentivo che ciò che avevo studiato non si adattava a me stessa. Mi piace la psicologia ma preferisco applicarla alla mia vita quotidiana. Ero in uno di quei momenti in cui mi stavo chiedendo chi ero e cosa volevo dalla vita. E così ho scoperto la fotografia, in particolare la procedura di fotomanipolazione che mi ha dato maggiore libertà di creare l’universo che desideravo.

Ci sono fotografi che ti hanno influenzato?

Mi piace l’universo di Maggie Taylor, è giocosa e crea mondi meravigliosi.

Due tue fotosessioni sono chiamate “Wonderland” e “Mystic Place”. Vuoi fuggire dalla realtà?

Sì, attraverso questo genere di fughe la bambina dentro di me gioisce e io invecchio sorridendo.

Ho notato che scegli molti bambini come protagonisti dei tuoi lavori. Perché?

La prima volta che ho preso una fotocamera, stavo cercando modelli interessanti, ma la mia prima modella, quella di “A little pear girl”, è apparsa spontaneamente in una giornata d’estate passata al parco. Non potevo credere che fosse possibile che una bambina come quella esistesse al giorno d’oggi. Era una piccola “Gavroche” [personaggio de I Miserabili di Victor Hugo, n.d.T], se così posso dire, cosa che ha fatto sorridere la bambina dentro di me.

Chi sono i tuoi modelli? Li metti in posa?

La maggior parte dei miei modelli appaiono spontaneamente. In verità ho ancora il mio modello personale, che adora mettersi in posa, e sto ovviamente parlando di mio figlio.

Penso di aver riconosciuto qualche elemento architettonico che è tipico del tuo paese, a esempio l’edificio nella foto “Miracle” (a proposito, è una chiesa? Ho visitato una mostra in Ungheria sulle chiese della Transilvania alcuni mesi fa). Qual è la tua relazione con l’arte del tuo paese?

Sì, è una chiesa, in uno stile molto particolare chiamato lipoveno (è una chiesa russo ortodossa della vecchia congregazione). Vedi, vivo in una zona abitata da molti lipoveni. In realtà, mio marito è lipoveno per metà. Credo che quella chiesa specifica sia una parte del mio vicinato.

Analogico o digitale?

Lavoro con una fotocamera digitale, una NIKON d 7000 e una NIKON D50, ma apprezzo un sacco la fotografia analogica…

Ti interessano altre forme d’arte oltre la fotografia?

Mi piace l’arte in ogni forma, fintanto che trasmette un messaggio.

Qual è il ruolo dell’arte nella società?

L’arte è la nostra possibilità di esprimere il nostro lato creativo. Credo che in ognuno ci sia un artista che dev’essere scoperto. L’arte è una sfida per la società, ecco perché suscita così tante controversie.

Come usi i colori e la fotomanipolazione?

Tecnicamente lavoro con programmi di ritocco, in particolare photoshop, ma di quando in quando uso anche una tavoletta grafica per alcuni dettagli specifici di una foto.

Quali sono i tuoi obiettivi come artista?

Ho iniziato a creare immagini per divertimento, amavo fuggire dalla monotonia quotidiana in un mondo dove le cose non erano abbastanza “normali”. Non vorrei staccarmi da me stessa e creare più avanti un mondo dove ogni cosa è possibile.

Comments
5 Responses to “Showcase: Cristina Venedict”
  1. jmpix says:

    absolutely love these…what an imagination and execution of ideas…

  2. thank you very much, Fluster Magazine!:)

  3. jodimagi says:

    Beautiful and original work. Really atmospheric and intriguing.

  4. Love surrealism! You create these amazing fantasy worlds! This is one part of photography I’m slowly trying to get into!! Wonderful images and very inspiring!!!

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